" Se è solo nell'acqua limpida che ti puoi specchiare, allora guariscimi, Dio della quantità, dall'affanno e da me!
Dammene da godere della Quantità incommensurabile, ma non ingolfarmi, non farmi perdere nel niente, nel frastuono, nel ristagno, non farmi incasellare i giorni in quelle formette da dolci, giacché nessun giorno è una vaschetta. E' uno sfiato...
Danne ancora al mio cuore... il mio cuore!
E' morto mille volte almeno, il mio cuore. Ha vissuto morendo, covando la morte in sé, se l'è tenuta attaccata, ben stretta, senza distinguerla, ed è morto cento volte al giorno.
E' la vita... ma è certo, non si muore tutte le mattine, si muore una volta sola.
L'età migliore, non c'è che dire, è quaranta.
L'età in cui inizi a non fare più le cose che non dovresti fare.
Fino ad allora continui sempre a fare gli stessi errori, e dici uh uh... accidenti a me... era sbagliato, e intanto però è la stessa storia, e va sempre avanti al solito modo.
E' solo allora che si impara a non fare, che è anche più importante di fare.
Trenta è ancora niente, è ancora giovane. Ma da lì in poi, è meglio.
Niente ti porta più via. You become a man!
Lo vedi... si può camminare su e giù per questa via per anni... senza che serva a niente.
Non se ne accorgerà nessuno... lo devono sapere, invece! ...bisogna costringerli a saperlo!
Io chiedo, telefono, molesto, ci vado a bussare. Le parole devono smetterla di essere un muro!
Bisogna camminarla, la strada! Non immaginarsela soltanto.
Da grandi camminatori, come Rimbaud, con le piaghe ai piedi e i pugni chiusi nelle tasche sfondate... "
(Vinicio Capossela)
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