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lunedì 18 settembre 2017

" Mi duole... Roberti'... "


Caro Saviano,
dipendesse da me: CANDIDATO SUBITO!!!

Ma esistono regole che non te lo permettono... e figure di merda epocali che sarebbe opportuno allontanare da te!

Mi duole scriverlo, credimi, ma uno psicologo potrebbe aiutarti parecchio... non sottovalutare il tuo debito residuale, che continua a legarti, problematicamente, col tuo passato da, involontario, moralizzatore e salvatore della Patria... 😩

#acarnasottemaccarunacopp

domenica 28 febbraio 2016

" ...ma sempre nel mezzo... "


" Caro Roberto Saviano,
è giunto il momento che tu venga a conoscenza di un po’ di cose e mi dispiace dover constatare ancora una volta che tu non ti accorga di quanto parziale sia la tua visione delle cose. Hai detto che a Napoli non è cambiato nulla, che la situazione è peggiorata. Ebbene, la prima cosa che devi sapere, della quale forse non ti sei accorto, è che il senso di appartenenza alla nostra città e la nostra identità sono così forti oggi, che non siamo più disposti a tollerare che di noi si parli sempre e solo in modo negativo. E che quindi come napoletani siamo migliorati. Ti spiego il perché, e questo mio messaggio molto lungo ti fornirà degli esempi e delle riflessioni in ordine sparso.

Ad esempio, lo sai caro Saviano che alcune piazze di spaccio sono diventate piazze della legalità? No, non credo tu lo sappia. Lo sai che al posto di decine di luoghi abbandonati sono nati centri sociali (che forse un tempo ti erano pure graditi), che abbiamo aperto luoghi di aggregazione per i giovani come quello di Pianura e che dopo decenni riaprono luoghi della cultura e del divertimento? No, secondo me non lo sai. Però sai che solo offrendo alternative ai giovani li si allontana dalla criminalità organizzata, non di certo facendogli credere che non ci sia futuro e peggio ancora inviando l’esercito.

Lo sai tu Saviano che siamo l’unica grande città italiana ad aver conservato l’acqua pubblica impedendo che venisse gestita da soggetti discutibili? Te ne sei accorto che siamo gli unici ad aver rispettato la sovranità popolare con il rispetto del referendum?

No, tu queste cose non le sai, non le racconti. Eppure non ti sembra una cosa di cui andare fieri?

Tu lo sai Roberto Saviano che Napoli è la città capoluogo dove c’è il maggior tasso di trasparenza e buona gestione degli appalti, il che significa averli sottratti alla criminalità organizzata, unitamente al traffico dei rifiuti? Ma te la ricordi la questione inceneritori ai quali abbiamo detto no? No tu proprio non lo sai, dici che la situazione è peggiorata. Eppure qui dopo l’emergenza del 2010 siamo arrivati ad avere la raccolta differenziata porta a porta. Sì, hai capito bene.

Lo sai tu Saviano che abbiamo aperto nuovi asili nido comunali e assunto centinaia di maestri e maestre in un tempo di grande recessione economica? Perché è soprattutto partendo dalla scuola che si contrasta la malavita, questo dovresti saperlo Roberto Saviano, eppure non lo sai.

Ti sei accorto che qui a Napoli il cambiamento lo hanno notato gli organizzatori di grandi eventi nazionali e internazionali come il Pizza Village, America’s Cup, Coppa Davis, Giro d’Italia, Beach Volley, Lungomare di Libri, insieme a diversi milioni di turisti che affollano la città durante tutto l’anno? Solo tu non te ne sei accorto Roberto Saviano? Come fai a dire che la situazione è peggiorata?

Tu che hai sempre parlato delle minoranze e denunciato le discriminazioni, ti sei accorto che Napoli ha avuto il coraggio di dare la cittadinanza onoraria ad Abu Mazen, Capo dello Stato della Palestina, e ad Abdullah Öcalan? Che in tempi di ruspe e di crisi internazionli qui da noi si dà la cittadinanza ai figli degli immigrati? Che abbiamo un registro sulle unioni civili? Che da noi vengono riconosciuti i matrimoni celebrati all’estero di persone dello stesso sesso, che da noi è stata rilasciata la carta d’identità ad un bambino di due donne sposate a Barcellona? E dai, non te ne sei proprio “addonato”? Eppure ne hai raccontate di storie simili, ma quelle belle della tua città perché ti ostini a non raccontarle?

Lo sai Saviano che da noi tutti i servizi sono rimasti pubblici, cioè di tutti noi, mentre altrove si privatizza? E che sicuramente non saremmo perfetti come Lugano né puliti come Monaco, ma vuoi mettere l’orgoglio di poter finalmente andare in giro per l’Italia e dire a testa alta che siamo napoletani?

Vedi Saviano io non ce l’ho con te, nutro profondo rispetto nei tuoi riguardi, per il lavoro che hai svolto, per la tua storia di coraggio e dedizione.

Credo però che tu non disponga più dei mezzi per poter raccontare Napoli, e noi ce la stiamo mettendo tutta affinché si creino i presupposti perché tu possa tornare e verificare di persona: noi qui ce la stiamo mettendo davvero tutta Robe’. Ma fa male vedere che per te noi non esistiamo. Fa male vedere che non capisci che se continuiamo con la retorica che qui le cose vanno sempre e solo male, non solo non si dice la verità, si fa il gioco di chi vuole che le cose non cambino. E ho paura, ma correggimi se sbaglio, che come tanti nostri concittadini, assuefatti e rassegnati da decenni di cattiva amministrazione, tu non riesca e non riuscirai mai a vederlo il cambiamento e che forse tu non disponga neanche del vocabolario necessario a celebrare e raccontare qualcosa di bello. La straordinaria bellezza dei tuoi concittadini che tutti i giorni lottano per migliorarla questa nostra splendida città si chiama ‪#‎Riscetamento‬. E ho paura che tu non lo racconterai mai.

Viva Napoli e viva i Napoletani. "

Luca Delgado

giovedì 28 maggio 2015

" ...solo vincere! " :(

...più che dirlo... il nostro Saviano cosa potrà più fare?


...e dirlo da tempo, non dimentichiamo: intervista - huffingtonpost

...e non soltanto lui:


CHE VERGOGNA!!! :(


sabato 21 settembre 2013

" ...vessilli... "

La mia bandiera è la mia testa... le mie idee, il mio impegno!
Quale destra, quale sinistra, quale partito?!?
Avverto il bisogno di costruire con nuovi mezzi, in nuovi modi, per nuovi motivi.
Raggiungere gli obiettivi di tutti: solidarietà ed uguaglianza.

La nuova classe dirigente non potrà più sorgere dalle rovine della vecchia.

Gli attivisti del Movimento 5 Stelle hanno aperto un varco, una speranza di partecipazione dal basso.
Dai, cogliamo l'attimo!!! ;)


" Troviamo i modi, vicini e lontani, militanti e ragionati, per agire.
La tua terra è la mia terra...
Vediamoci, organizziamoci, agiamo.
Insieme a chi ogni giorno si sveglia, vive, ama e muore... "
                              (Roberto SAVIANO)

mercoledì 29 maggio 2013

" Grazie, ...dal profondo! "

...ci accade di tutto, ogni giorno, intorno e dentro noi... tutto quello che potrebbe servire a decidere di mollare... qualcuno, purtroppo, lo fa... si lascia andare... altri... combattono, per chi ancora vuole resistere:

venerdì 15 aprile 2011

" E' una guerra invisibile per la sopravvivenza... "

...ed è morto, rimanendo umano! Vittorio ARRIGONI: GUERRILLA RADIO.
Un uomo che ha vissuto, che ha insegnato, che ha lottato, che ha trasmesso, che è stato ucciso!!! :(
Lo seguivo da tempo, era tra i miei blog preferiti, in bella mostra nei miei "...STO SEGUENDO:", anche quando ne contava due a Saviano...

Purtroppo non tutti riusciamo a comprendere, come quegli idioti del gruppo FB "Risposta a Vittorio Arrigoni", ma bisognerà fare uno sforzo ulteriore, adesso!

Vero, Vittorio, che Chaplin non sarà contento... ma lasciatemelo perdere questo giorno, io non riuscirò a sorridere... R.I.P. RESTIAMO UMANI!

sabato 20 marzo 2010

" ...meno male che Saviano c'è! "

" - La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile. E questa disperazione avvolge il mio paese da molto tempo. -

È una riflessione che Corrado Alvaro, scrittore calabrese di San Luca, scrisse alla fine della sua vita. E io non ho paura a dirlo: è necessario che il nostro Paese chieda un aiuto. Lo dico e non temo che mi si punti il dito contro, per un'affermazione del genere. Chi pensa che questa sia un'esagerazione, sappia che l'Italia è un paese sotto assedio. In Calabria su 50 consiglieri regionali 35 sono stati inquisiti o condannati. E tutto accade nella più totale accondiscendenza. Nel silenzio. Quale altro paese lo ammetterebbe?

Quello che in altri Stati sarebbe considerato veleno, in Italia è pasto quotidiano: dai più piccoli Comuni sino alla gestione delle province e delle regioni, non c'è luogo in cui la corruzione non sia ritenuta cosa ovvia. L'ingiustizia ha ormai un sapore che non ci disgusta, non ci schifa, non ci stravolge lo stomaco, né l'orgoglio. Ma come è potuto accadere?
Il solo dubbio che ogni sforzo sia inutile, che esprimere il proprio voto e quindi la propria opinione sia vano, toglie forza agli onesti. Annega, strozza e seppellisce il diritto. Il diritto che fonda le regole del vivere civile, ma anche il diritto che lo trascende:
il diritto alla felicità.

Il senso del 'è tutto inutile' toglie speranza nel futuro, e ormai sono sempre di più coloro che abbandonano la propria terra per andare a vivere al Nord o in un altro paese. Lontano da questa vergogna.
Io non voglio arrendermi a un'Italia così, a un'Italia che costringe i propri giovani ad andar via per vergogna e mancanza di speranza. Non voglio vivere in un paese che dovrebbe chiedere all'Osce, all'Onu, alla Comunità europea di inviare osservatori nei territori più difficili, durante le fasi ultime della campagna elettorale per garantire la regolarità di tutte le fasi del voto. Ci vorrebbe un controllo che qui non si riesce più a esercitare.

Ciò che riusciamo a valutare, a occhio nudo, sono i ribaltoni, i voltafaccia, i casi eclatanti in cui per ridare dignità alla cosa pubblica un politico, magari, si dovrebbe fare da parte anche se per legge può rimanere dov'è. Ma non riusciamo a esercitare un controllo che costringa la politica italiana a guardarsi allo specchio veramente, perché lo specchio che usiamo riesce a riflettere solo gli strati più superficiali della realtà.


Ci indigniamo per politici come l'imputata Sandra Lonardo Mastella che dall'esilio si ricicla per sostenere, questa volta, non più il Pd ma il candidato a governatore in Campania del Pdl, Stefano Caldoro.
Per Fiorella Bilancio, che aveva tappezzato Napoli di manifesti del Pdl ma all'ultimo momento è stata cancellata dalla lista del partito e ha accettato la candidatura nell'Udc. Così sui manifesti c'è il simbolo di un partito ma lei si candida per un altro.
Ci indigniamo per la vicenda dell'ex consigliere regionale dei Verdi e della Margherita, Roberto Conte, candidatosi nuovamente nonostante una condanna in primo grado a due anni e otto mesi per associazione camorristica e per giunta questa volta nel Pdl.

Ci indigniamo perché il sottosegretario all'economia Nicola Cosentino, su cui pende un mandato d'arresto, mantiene la propria posizione senza pensare di lasciare il suo incarico di sottosegretario e di coordinatore regionale del Pdl.
Ci indigniamo perché è possibile che un senatore possa essere eletto nella circoscrizione Estero con i voti della 'ndrangheta, com'è accaduto a Nicola Di Girolamo, coinvolto anche, secondo l'accusa, nella mega-truffa di Fastweb.

Ci indigniamo, infine, perché alla criminalità organizzata è consentito gestire locali di lusso nel cuore della nostra capitale, come il Café de Paris a via Vittorio Veneto.

Ascoltiamo allibiti la commissione parlamentare antimafia che dichiara, riguardo queste ultime elezioni, che ci sono alcuni politici da attenzionare nelle liste del centrosinistra.
E ad oggi il centrosinistra non ha dato risposte.


Si tratta di Ottavio Bruni candidato nel Pd a Vibo Valentia. Sua figlia fu trovata in casa con un latitante di 'ndrangheta.
Si tratta di Nicola Adamo candidato Pd nel Cosentino, rinviato a giudizio nell'inchiesta Why not.
Di Diego Tommasi candidato Pd anche lui nel Cosentino e coinvolto nell'inchiesta sulle pale eoliche.
Luciano Racco candidato Pd nel Reggino, che non è indagato, ma il cui nome spunta fuori nell'ambito delle intercettazioni sui boss Costa di Siderno. Il boss Tommaso Costa ha fornito, per gli inquirenti, il proprio sostegno elettorale a Luciano Racco in occasione delle Europee del 2004 che vedevano Racco candidato nella lista "Socialisti Uniti" della circoscrizione meridionale. Tutte le intercettazioni sono depositate nel processo "Lettera Morta" contro il clan Costa ed in quelle per l'uccisione del giovane commerciante di Siderno Gianluca Congiusta.

A tutto questo non possiamo rimanere indifferenti e ci indigniamo perché facciamo delle valutazioni che vanno oltre il - o vengono prima del - diritto, valutazioni in merito all'opportunità politica e alla possibilità di votare per professionisti che non cambino bandiera a seconda di chi sta alla maggioranza e all'opposizione. Trasformarsi, riciclarsi, mantenere il proprio posto, l'antica prassi della politica italiana non è semplicemente una aberrazione. È ormai considerata un'abitudine, una specie di vizio, di eventualità che ogni elettore deve suo malgrado mettere in conto sperando di sbagliarsi. Sperando che questa volta non succeda. È un tradimento che quasi si perdona con un'alzata di spalle come quello d'un marito troppo spensierato che scivola nelle lenzuola di un'altra donna.

Ma si possono barattare le proprie attese e i propri sogni per la leggerezza e per il cinismo di qualcun altro?
Oramai si parte dal presupposto che la politica non abbia un percorso, non abbia idee e progetti. Eppure la gente continua ad aspettarsi altro, continua a chiedere altro.

Dov'è finito l'orgoglio della missione politica? La responsabilità di parlare a nome di un elettorato? Dov'è finita la consapevolezza che le parole e le promesse sono responsabilità che ci si assume? E la consapevolezza che un partito, un gruppo politico, senza una linea precisa, non è niente?

Eppure proprio questo è diventata, nella maggioranza dei casi, la politica italiana: niente, spillette colorate da appuntarsi al bavero del doppiopetto. Senza più credibilità. Contenitori vuoti da riempire con parole e a volte nemmeno più con quelle. A volte si è divenuti addirittura incapaci di servirsi delle parole.

Quando la politica diviene questo, le mafie hanno già vinto. Poiché nessuno più di loro riesce a dare certezze - certezza di un lavoro, di uno stipendio, di una sistemazione. Certezze che si pagano, è ovvio, con l'obbedienza al clan. È terribile, ma si tratta di avere a che fare con chi una risposta la fornisce. Con chi ti paga la mesata, l'avvocato. Non è questo il tempo per moralismi, poco importa se ci si deve sporcare le mani.

Solo quando la politica smetterà di somigliare al potere mafioso - meno crudele, certo, ma meno forte e solido - solo quando cesserà di essere identificato con favori, scambi, acquisti di voti, baratto di morale, solo allora sarà possibile dare un'alternativa vera e vincente.

Anche nei paesi dominati dalle mafie è possibile essere un'alternativa.
Lo sono già i commercianti che non si piegano, lo sono già quelli che resistono, ogni giorno.

Del resto, quello che più d'ogni altra cosa dobbiamo comprendere è che le mafie sono un problema internazionale e internazionalmente vanno contrastate.
L'Italia non può farcela da sola. Le organizzazioni criminali stanno modificando le strutture politiche dei paesi di mezzo mondo. Negli Usa considerano i cartelli criminali italiani tra le prime cause di inquinamento del libero mercato mondiale. Sapendo che il Messico oramai è divenuto una narcodemocrazia la nostra rischia di essere, se non lo è già diventata una democrazia a capitale camorrista e ndranghetista.

Qui, invece, ancora si crede che la crisi sia esclusivamente un problema legato al lavoro, a un rallentamento della domanda e dell'offerta. Qui ancora non si è compreso davvero che uscire dalla crisi significa cercare alternative all'economia criminale. E non basta la militarizzazione del territorio. Non bastano le confische dei beni. Bisogna arginare la corruzione, le collusioni, gli accordi sottobanco. Bisogna porre un freno alla ricattabilità della politica, e come per un cancro cercare ovunque le sue proliferazioni.

Sarebbe triste che i cittadini, gli elettori italiani, dovessero rivolgersi all'Onu, all'Unione Europea, all'Osce per vedere garantito un diritto che ogni democrazia occidentale deve considerare normale : la pulizia e la regolarità delle elezioni.
Dovrebbe essere normale sapere, in questo Paese, che votare non è inutile, che il voto non si regala per 50 euro, per un corso di formazione o per delle bollette pagate. Che la politica non è solo uno scambio di favori, una strada furba per ottenere qualcosa che senza pagare il potere sarebbe impossibile raggiungere.


Che restare in Italia,
vivere e partecipare...
è necessario!

Che la felicità
non è un sogno da bambini...
ma un orizzonte di diritto!"

(Roberto SAVIANO)

mercoledì 25 marzo 2009

" L'essere umano: Roberto Saviano. "

< ...in alcuni momenti non c'è altro da fare che assecondare i tuoi deliri come qualcosa che non scegli, come qualcosa che subisci e basta. Avevo voglia di urlare, volevo gridare, volevo stracciarmi i polmoni... con tutta la forza dello stomaco, spaccandomi la trachea, con tutta la voce che la gola poteva ancora pompare: "Maledetti bastardi, sono ancora vivo!" >
GOMORRA (2006)