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venerdì 10 aprile 2020
giovedì 26 aprile 2018
domenica 19 aprile 2015
" Salem... scusa! "
...nella sua tasca, quella di un ventenne arrivato cadavere in Italia, dal mare...
" Voglio che tu mi ricordi,
non mi dimenticare... amor mio...
voglio che tu non ti dimentichi di Salem,
amore... ti amo... "
non mi dimenticare... amor mio...
voglio che tu non ti dimentichi di Salem,
amore... ti amo... "
venerdì 15 agosto 2014
" ...la voglio! "
" Voglio la rivoluzione,
nient’altro che la rivoluzione.
La voglio da me stesso,
prima ancora che dal mondo.
La voglio perché la furberia dolciastra
e la scalmanata indifferenza
hanno preso in mano i territori della parola
e anche quelli del silenzio.
Chi scrive viene tollerato
a patto che rimanga nel recinto.
Le sue ambizioni possono essere anche altissime,
ma solo se vengono esercitate in luoghi millimetrici, invisibili.
I fanatici della moderazione avanzano ovunque.
In politica come in letteratura.
Io sono fuori dal mondo e fuori da questa vita.
Non è un merito e spero non diventi una colpa.
È andata così e sono fatti miei.
Dal luogo in cui parlo,
con la morte che mi passa nel cuore molte volte al giorno,
io sono costretto ad ambire alla rivoluzione,
non ho altra scelta.
E se guardo un albero,
non gli chiedo soltanto di farmi ombra,
e se incontro una persona
non mi accontenterò delle solite cerimonie,
voglio l’infinito e non mi basta neanche quello,
dell’infinito voglio la radice, il luogo in cui inizia,
voglio sentire come è cominciata questa infiammazione,
questo delirio della materia che chiamiamo vita. "
(Franco ARMINIO)
nient’altro che la rivoluzione.
La voglio da me stesso,
prima ancora che dal mondo.
La voglio perché la furberia dolciastra
e la scalmanata indifferenza
hanno preso in mano i territori della parola
e anche quelli del silenzio.
Chi scrive viene tollerato
a patto che rimanga nel recinto.
Le sue ambizioni possono essere anche altissime,
ma solo se vengono esercitate in luoghi millimetrici, invisibili.
I fanatici della moderazione avanzano ovunque.
In politica come in letteratura.
Io sono fuori dal mondo e fuori da questa vita.
Non è un merito e spero non diventi una colpa.
È andata così e sono fatti miei.
Dal luogo in cui parlo,
con la morte che mi passa nel cuore molte volte al giorno,
io sono costretto ad ambire alla rivoluzione,
non ho altra scelta.
E se guardo un albero,
non gli chiedo soltanto di farmi ombra,
e se incontro una persona
non mi accontenterò delle solite cerimonie,
voglio l’infinito e non mi basta neanche quello,
dell’infinito voglio la radice, il luogo in cui inizia,
voglio sentire come è cominciata questa infiammazione,
questo delirio della materia che chiamiamo vita. "
(Franco ARMINIO)
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