tutti i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità!
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domenica 28 aprile 2019
" ...articolo 140... diritto alla verità! "
L'articolo che manca alla nostra Costituzione:
tutti i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità!
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giovedì 25 aprile 2019
" LiberAzione!!! "
" Per me il 25 aprile del 1945 non fu il giorno della Liberazione.
Non poteva esserlo perché io quel giorno ero ancora prigioniera nel piccolo campo di Malchow, nel Nord della Germania.
C’era un grande nervosismo da parte dei nostri aguzzini, ma non sapevamo nulla di quel che accadeva in Europa.
A darci qualche notizia furono dei giovani francesi prigionieri di guerra mentre passavano davanti al filo spinato: «Non morite adesso!», scongiurarono alla vista delle disgraziate ombre che eravamo, «Tenete duro. La guerra sta per finire. E i tedeschi stanno perdendo sui due fronti: quello occidentale con gli americani e quello orientale con i russi...».
Nelle ultime ore da prigioniere assistemmo alla storia che cambiava.
Fuori dal lager ci costrinsero all’ennesima orribile marcia ma niente era uguale a prima.
La mia personale festa di liberazione fu quando vidi il comandante del campo mettersi in abiti civili e buttare a terra la sua pistola. Era un uomo terribile, crudele, che a ogni occasione picchiava selvaggiamente le prigioniere. La vendetta mi parve a portata di mano, ma scelsi di non raccogliere quell’arma.
All’improvviso realizzai che io non avrei mai potuto uccidere nessuno e questa era la grande differenza tra me e il mio carnefice.
Fu in quel momento che mi sentii libera, finalmente in pace.
Il 25 aprile del 1945 fu quindi un’esplosione di gioia che mi sarebbe arrivata più tardi filtrata dai racconti di amici e famigliari.
Avevo avuto bisogno di una tregua prima di tornare in Italia. E dovevo guarire da troppe ferite per riuscire a fare festa insieme agli altri.
Ero stata ridotta a un numero, costretta a vivere in un mondo nemico e, costantemente, con il male altrui davanti a me, come diceva Primo Levi.
Ci vollero anni perché riscoprissi il sentimento della felicità collettiva.
Poi quel momento è arrivato. E il 25 aprile è diventata una festa famigliare, la festa della libertà ritrovata.
Simboleggiava la caduta definitiva del nazifascismo e la liberazione. E rendeva omaggio al sacrificio di partigiani e militari, ai resistenti senz’armi, ai perseguitati politici e razziali.
Era la festa del popolo italiano ma anche una festa celebrata in famiglia insieme a mio marito Alfredo, che era stato un internato militare in Germania per aver detto no alla Rsi.
Avevamo patito entrambi la privazione della libertà e potevamo capire il significato profondo di quella data che poneva le fondamenta della democrazia e della carta costituzionale.
Ogni 25 aprile sventolavamo idealmente la nostra bandiera.
Non ho mai smesso di sventolare quella bandiera. E ancora oggi mi ostino a spiegare ai ragazzi perché è una festa fondamentale.
Ma è sempre più difficile combattere con i vuoti di memoria.
Solo se si studia la storia si comprende cosa è stato il depauperamento mentale di masse di italiani e tedeschi indottrinate dai totalitarismi fascista e nazista.
Bisogna raccontare alle giovani generazioni cos'è stata la dittatura, soprattutto ora che il saluto romano non stupisce più nessuno.
Mi chiedo se a una parte della politica non convenga questa diffusa ignoranza della storia.
Chi ignora il passato è più facilmente plasmabile. E non oppone “ resistenza”.
In anni non lontani, c’è stato anche chi ha proposto di abolire il 25 aprile dal calendario civile.
Temo che prima o poi si arriverà a cancellarlo. Perché il tempo è crudele: livella i ricordi e confonde la memoria, mentre le persone muoiono e le generazioni passano.
Qualche anno fa ci siamo illusi che intorno a questa data fosse stata raggiunta l’unanimità delle forze politiche.
Oggi leggo con preoccupazione che alla festa della Liberazione si preferisca una cerimonia di altro genere.
Se devo dire la verità, rimango esterrefatta.
In tarda età assisto a degli atti che non avrei mai immaginato di vedere: soprattutto avendo vissuto cosa volesse dire essere vittime prima del 25 aprile, quando la democrazia non c’era, e dissidenti e minoranze venivano imprigionati, torturati e anche uccisi.
Così come rimango tristemente stupita di fronte alla cancellazione della prova di storia alla maturità.
La mancanza di memoria può portare a episodi come quello che ha coinvolto pochi giorni fa un istituto alberghiero di Venezia. Un insegnante su Facebook ha offeso la Costituzione con parole che preferisco non ripetere. E si è augurato che Liliana Segre finisca in «un simpatico termovalorizzatore».
Questa non l’avevo ancora sentita: probabilmente il «simpatico termovalorizzatore» è la forma aggiornata del forno crematorio.
Preferisco però concentrarmi sui moltissimi italiani che mi vogliono bene.
E insieme ai quali festeggerò il 25 aprile, un rito laico che continua a emozionarmi. E a portarmi via con sé.
Perché la libertà è una condizione assoluta, irrinunciabile.
E non importa se qualche ministro resterà a casa.
Sono sicura che domani saremo in tanti a provare la stessa emozione civile.
Buon 25 aprile a tutti. "
Non poteva esserlo perché io quel giorno ero ancora prigioniera nel piccolo campo di Malchow, nel Nord della Germania.
C’era un grande nervosismo da parte dei nostri aguzzini, ma non sapevamo nulla di quel che accadeva in Europa.
A darci qualche notizia furono dei giovani francesi prigionieri di guerra mentre passavano davanti al filo spinato: «Non morite adesso!», scongiurarono alla vista delle disgraziate ombre che eravamo, «Tenete duro. La guerra sta per finire. E i tedeschi stanno perdendo sui due fronti: quello occidentale con gli americani e quello orientale con i russi...».
Nelle ultime ore da prigioniere assistemmo alla storia che cambiava.
Fuori dal lager ci costrinsero all’ennesima orribile marcia ma niente era uguale a prima.
La mia personale festa di liberazione fu quando vidi il comandante del campo mettersi in abiti civili e buttare a terra la sua pistola. Era un uomo terribile, crudele, che a ogni occasione picchiava selvaggiamente le prigioniere. La vendetta mi parve a portata di mano, ma scelsi di non raccogliere quell’arma.
All’improvviso realizzai che io non avrei mai potuto uccidere nessuno e questa era la grande differenza tra me e il mio carnefice.
Fu in quel momento che mi sentii libera, finalmente in pace.
Il 25 aprile del 1945 fu quindi un’esplosione di gioia che mi sarebbe arrivata più tardi filtrata dai racconti di amici e famigliari.
Avevo avuto bisogno di una tregua prima di tornare in Italia. E dovevo guarire da troppe ferite per riuscire a fare festa insieme agli altri.
Ero stata ridotta a un numero, costretta a vivere in un mondo nemico e, costantemente, con il male altrui davanti a me, come diceva Primo Levi.
Ci vollero anni perché riscoprissi il sentimento della felicità collettiva.
Poi quel momento è arrivato. E il 25 aprile è diventata una festa famigliare, la festa della libertà ritrovata.
Simboleggiava la caduta definitiva del nazifascismo e la liberazione. E rendeva omaggio al sacrificio di partigiani e militari, ai resistenti senz’armi, ai perseguitati politici e razziali.
Era la festa del popolo italiano ma anche una festa celebrata in famiglia insieme a mio marito Alfredo, che era stato un internato militare in Germania per aver detto no alla Rsi.
Avevamo patito entrambi la privazione della libertà e potevamo capire il significato profondo di quella data che poneva le fondamenta della democrazia e della carta costituzionale.
Ogni 25 aprile sventolavamo idealmente la nostra bandiera.
Non ho mai smesso di sventolare quella bandiera. E ancora oggi mi ostino a spiegare ai ragazzi perché è una festa fondamentale.
Ma è sempre più difficile combattere con i vuoti di memoria.
Solo se si studia la storia si comprende cosa è stato il depauperamento mentale di masse di italiani e tedeschi indottrinate dai totalitarismi fascista e nazista.
Bisogna raccontare alle giovani generazioni cos'è stata la dittatura, soprattutto ora che il saluto romano non stupisce più nessuno.
Mi chiedo se a una parte della politica non convenga questa diffusa ignoranza della storia.
Chi ignora il passato è più facilmente plasmabile. E non oppone “ resistenza”.
In anni non lontani, c’è stato anche chi ha proposto di abolire il 25 aprile dal calendario civile.
Temo che prima o poi si arriverà a cancellarlo. Perché il tempo è crudele: livella i ricordi e confonde la memoria, mentre le persone muoiono e le generazioni passano.
Qualche anno fa ci siamo illusi che intorno a questa data fosse stata raggiunta l’unanimità delle forze politiche.
Oggi leggo con preoccupazione che alla festa della Liberazione si preferisca una cerimonia di altro genere.
Se devo dire la verità, rimango esterrefatta.
In tarda età assisto a degli atti che non avrei mai immaginato di vedere: soprattutto avendo vissuto cosa volesse dire essere vittime prima del 25 aprile, quando la democrazia non c’era, e dissidenti e minoranze venivano imprigionati, torturati e anche uccisi.
Così come rimango tristemente stupita di fronte alla cancellazione della prova di storia alla maturità.
La mancanza di memoria può portare a episodi come quello che ha coinvolto pochi giorni fa un istituto alberghiero di Venezia. Un insegnante su Facebook ha offeso la Costituzione con parole che preferisco non ripetere. E si è augurato che Liliana Segre finisca in «un simpatico termovalorizzatore».
Questa non l’avevo ancora sentita: probabilmente il «simpatico termovalorizzatore» è la forma aggiornata del forno crematorio.
Preferisco però concentrarmi sui moltissimi italiani che mi vogliono bene.
E insieme ai quali festeggerò il 25 aprile, un rito laico che continua a emozionarmi. E a portarmi via con sé.
Perché la libertà è una condizione assoluta, irrinunciabile.
E non importa se qualche ministro resterà a casa.
Sono sicura che domani saremo in tanti a provare la stessa emozione civile.
Buon 25 aprile a tutti. "
martedì 28 febbraio 2017
" ...la vita per Pepe... "
..." Non lasciatevi rubare la vita, non lasciatevela scappare.
Vivetela con la maggior intensità possibile, perché la vita non ritorna.
Non arriviamo mai a toccare il cielo con un dito, ma stiamo migliorando la nostra povera umanità.
L'uomo è l'unico animale che può superare sé stesso, benché sia anche l'unico a potersi distruggere.
La storia ci ha reso individualisti e il mercato ci ha fatto diventare capitalisti, ma il nostro fondamento animale è sociale.
L'uomo non può vivere in solitudine, ha bisogno degli altri uomini.
La lotta per l'avvenire consiste nel poter organizzare la nostra società in funzione di quel che siamo collettivamente.
Siamo molto meno razionali di quanto sembriamo, al fondo siamo animali complessi, pieni di sentimenti.
Povero non è colui che possiede poco, ma colui che non ha una comunità, chi non ha un compagno di vita. "...
José Mujica
mercoledì 20 maggio 2015
" ...cercando... "
" ...uno è schiavo perché obbedisce.
Appena smette di obbedire non è più schiavo.
Le dittature cadono quando
la gente non ci crede più,
non obbedisce più.
Niente più sta in piedi quando
c'è la precisa volontà di non usare la violenza,
di resistere contro la violenza con la non violenza:
non fuggendo, non evitando il confronto,
ma cercando il confronto. "
Appena smette di obbedire non è più schiavo.
Le dittature cadono quando
la gente non ci crede più,
non obbedisce più.
Niente più sta in piedi quando
c'è la precisa volontà di non usare la violenza,
di resistere contro la violenza con la non violenza:
non fuggendo, non evitando il confronto,
ma cercando il confronto. "
(Gandhi)
domenica 21 dicembre 2014
" GRATICOLA - M5S - provincia di Salerno "
Splendida mattinata (non solo metereologicamente) all'insegna del direttismo democratico, della partecipazione attiva e del confronto; tutto in nome e per conto del Movimento 5 Stelle.
Occasioni da ripetere, per noi interni... e pure per i tanti ancora esterni al MoVimento.
C'è in quella voglia di mostrarsi, di darsi da fare, di non mollare, di volerci provare... tutto l'ardore di cui abbisognamo in questo particolare momento storico.
Ho favorevolmente inteso alcuni interventi canuti, apprezzabilissimi per quella voglia di Resistenza che molto spesso auspico di sentire da bocche più giovani.
Fatevi un'idea, voi ancora un pò distanti, indecisi ma desiderosi di ricominciare a sperare.
Noi ci vogliamo provare!
Facciamo che ci aiutate... quantomeno a migliorare! ;)
N.B.: ...dopo 2 ore e circa 10 minuti... anche il mio intervento.
domenica 30 novembre 2014
" ...un anno fa, circa, abbiamo iniziato un bel percorso locale... "
Oggi ci incontriamo alle 17, presso il Centro Sociale Polivalente... coraggio! ;)
domenica 8 dicembre 2013
mercoledì 23 gennaio 2013
" ...parentesi elettorale! "
...perché di parentesi trattasi, no?
Sul serio c'è chi crede che si possa governare con le premesse che in questi giorni vanno sviscerandosi?
Meglio prepararsi, meglio restare vigili... che con questi uomini e questi mezzi non si andrà molto lontano.
A.L.B.A. ed M.G.S. Impegno Sociale sono, convintamente, fuori dai giochi della Rivoluzione Civile.
Il percorso organizzativo, anche in provincia di Salerno, dell'insieme eterogeneo che provava a rappresentare una civile rivoluzione dal basso, si è reso impraticabile, ingovernabile, fumoso e deresponsabilizzante.
Ho atteso qualche giorno prima di scriverne, evitando quella spinta emozionale che mi rende fin troppo passionale, spesso impreciso battitore libero.
L'idea, parecchio complessa, si reggeva sulle aspettative di un manipolo di sognatori, pronti all'impegno,
necessariamente condiviso e costruttivo, su più fronti: locale, territorialmente rappresentativo, e nazionale,
credibilmente innovativo.
Non siamo stati capaci di canalizzare le diversità, dare forza al progetto e riproporlo (imporlo!) ai piani alti.
Sì, quei riferimenti del potere partitico, che pure ci hanno onorato della loro presenza al tavolo delle
discussioni, hanno palesemente contribuito, e continuano a farlo, alla decrescita infelice dell'intera operazione elettorale.
Ci si è mossi in più direzioni, fingendo l'orecchio attento alla base... nel mentre il teatrino della partitica
gozzovigliava al tavolo romano delle trattative per un posto in lista.
Troppo facile leggere la composizione delle liste come un articolato disegno verticistico, con una marea di vecchi partiticanti, una spruzzata di new entry ad effetto e pacchetti di riempi lista inutili... :(
L'amarezza per le belle speranze di Ingroia, eliminate nei fatti e rese chiacchiere dai modi.
Qualche esempio?
Il politico Di Nardo, tronfio di belle parole e zeppo di racconti di lotta, dove è sparito candidato?
Il suo coinquilino, in casa IDV, il giovane Guadagno (nomen omen), che attardandosi con me in stesura ed invio del suo cv pro candidatura, mi spiegava della fondamentale determinazione allo scopo ultimo, alla rappresentatività dei suoi elettori, alla forza del progetto Ingroia... ha affittato altrove, in casa Donadi&Tabacci!!! :(
L'incapacità, voluta, di intercettare seriamente i possibili sostenitori, gli elettori. La mancata apertura alla cosiddetta base (...che poi è sostanza!), ovviamente per mancanza di tempo...!? :(
Nomi di persone e loro storie mai discusse, non ragionate ma imposte, incapaci di stabilire un contatto
che solo buoni frutti avrebbe generato.
Alla fine è stata, per me, un'esperienza significativa dei tempi che viviamo, foriera di un convincimento pressante: non possiamo continuare a lasciare nelle mani di pochi, soliti noti, la responsabilità politica nella gestione della nostra cosa pubblica!
Diceva bene Hebbel, un secolo fa, "vivere vuol dire essere partigiani", "...ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare..." concordava Gramsci.
Mi spiace per i tanti che han contribuito, spero non ci si disperda in mille rivoli, che magari si riesca a tenerci tutti, idealmente, nello stesso corso... che magari si possa continuare a crescere, pungolare e contribuire fattivamente alla vera, nuova rivoluzione che verrà!
Perché verrà... statene certi! ;)
sabato 28 aprile 2012
sabato 3 marzo 2012
R.I.P.
"...e come loro quando è la sera chiudere gli occhi con semplicità.
...vorrei seguire ogni battito del mio cuore
per capire cosa succede dentro e cos’è che lo muove
da dove viene ogni tanto questo strano dolore
...vorrei capire insomma che cos’è l’amore
dov’è che si prende, dov’è che si dà..."
...vorrei seguire ogni battito del mio cuore
per capire cosa succede dentro e cos’è che lo muove
da dove viene ogni tanto questo strano dolore
...vorrei capire insomma che cos’è l’amore
dov’è che si prende, dov’è che si dà..."
giovedì 30 giugno 2011
" - REDUCE - "
" Tutto può succedere, è successo, succederà ma la vita sopravvive: generazione su generazione.
Per quel che si può è meglio essere preparati al peggio, non perdere la speranza, fortificare in ogni senso le famiglie, le comunità. Prendersi cura dei vecchi, crescere i figli.
Non lasciarsi condurre mai più inconsapevoli e impotenti al macello.
A casa. Notte serena. Tutti dormono tranquilli.
...immagine di benessere, pace, squarcio di sereno tra disgrazie e tribolazioni che hanno infierito, sulla casa, nelle ultime generazioni. Non tanto un dovuto quanto un quotidianamente ricercato secondo le proprie capacità, le possibilità concrete. Sapendo che niente è assoluto... e la precarietà è radice di ogni affare umano.
L'amore, che fa coraggioso chi ama e forte chi è amato, unica consolazione.
Perchè allora questo tumulto di pensieri, questo sguardo circostanziato e circospetto che non trova sollievo nel modo in cui il mio mondo guarda ciò che lo circonda e se stesso?
Eppure contento. Contento di svegliarmi il mattino e nel buio della notte addormentarmi stanco.
Contento di vivere, dono sorprendente in alto... in largo... in basso... e nel profondo. "
.......................(Giovanni Lindo Ferretti - 2006)
Per quel che si può è meglio essere preparati al peggio, non perdere la speranza, fortificare in ogni senso le famiglie, le comunità. Prendersi cura dei vecchi, crescere i figli.
Non lasciarsi condurre mai più inconsapevoli e impotenti al macello.
A casa. Notte serena. Tutti dormono tranquilli.
...immagine di benessere, pace, squarcio di sereno tra disgrazie e tribolazioni che hanno infierito, sulla casa, nelle ultime generazioni. Non tanto un dovuto quanto un quotidianamente ricercato secondo le proprie capacità, le possibilità concrete. Sapendo che niente è assoluto... e la precarietà è radice di ogni affare umano.
L'amore, che fa coraggioso chi ama e forte chi è amato, unica consolazione.
Perchè allora questo tumulto di pensieri, questo sguardo circostanziato e circospetto che non trova sollievo nel modo in cui il mio mondo guarda ciò che lo circonda e se stesso?
Eppure contento. Contento di svegliarmi il mattino e nel buio della notte addormentarmi stanco.
Contento di vivere, dono sorprendente in alto... in largo... in basso... e nel profondo. "
.......................(Giovanni Lindo Ferretti - 2006)
domenica 25 aprile 2010
" ...andate lì, o giovani, col pensiero... " (Calamandrei)

Beh, con la crisi mondiale, non possiamo certo auspicare di meglio; gli immigrati (nella più attuale accezione del termine) conoscono bene il valore della libertà, della giustizia, della dignità... così bene da cercarlo lontano dalle proprie cose, rischiando "...di morire da uomini per vivere da uomini...", parafrasando Calamandrei.
Il Tenente Colonnello CIRIELLI Edmondo, una torre e due stelle sulla divisa dell'Arma dei Carabinieri, dovrebbe far presto ritorno nell'esercito di Sua Maestà la Repubblica Italiana. Ha probabilmente vissuto poco in caserma; sicuramente ha indossato più la divisa da politico che quella da militare... saprebbe cosa significa servire la propria nazione, il proprio Paese.
Un uomo dello Stato dovrebbe prestare parecchia attenzione ai concetti che esprime, più alto è il grado, l'incarico, le competenze, maggiore è la responsabilità!
Ma mi rendo ben conto che tra incarichi parlamentari ed incarichi provinciali...!!! :(
Allora mi sforzo di comprendere un ordine di scuderia che, mai come in questi giorni, sembra difficilissimo da seguire (vedi post precedente)... ma ORDINE SBAGLIATO NON SI ESEGUE!
Altre faccende dovrebbero tenerlo più impegnato: l'insurrezione di Scafati fece da prologo alla liberazione di Salerno nel '44, la Salerno che divenne capitale d'Italia col successivo primo governo di Unità Nazionale. Chissà cosa gli ricorderà!? ;)
Comunque, tornando alle sentite ricorrenze, è nuovamente "...giunta l'ora di resistere ...l'ora di essere uomini...", così chioserebbe Calamandrei.
P.S.: ...divertitevi con il dopo manifesto (22 aprile): il 23 ed oggi, il 25!!!
sabato 13 marzo 2010
" Partigiani! "
A donne, uomini e giovani perché, coscienti della deriva anticostituzionale in atto verso un sistema autoritario e personale, usino tutti l'arma del voto, al fine di contribuire al successo delle forze di opposizione all'attuale governo.
"Finora questi appelli li abbiamo sempre indirizzati all'interno dell'associazione, ma adesso è giusto uscire fuori, rivolgersi a chiunque condivida i nostri valori.
Alle elezioni bisogna andare a votare, perché si risveglino le coscienze e si abbandoni l'indifferenza verso la politica; ma soprattutto, che quel voto sia efficace e coerente con gli ideali e i principi che ispirano l'impegno politico della nostra associazione, al fine di contribuire al successo delle forze di opposizione all'attuale governo, un esecutivo indifferente ai problemi reali della crisi, ma anche demagogo e populista, che sta operando un pericoloso mutamento del nostro sistema democratico parlamentare verso un sistema autoritario e personale; un vero e proprio mutamento di regime che può avere, e in parte ha già avuto, gravissime conseguenze per l'intera comunità nazionale, tali da rievocare un pericoloso e persino drammatico passato.
Il fantasma del fascismo è reale; per questo l'appello si rivolge a tutti i nostri concittadini, indipendentemente dalle loro idee e dalla loro collocazione politica perché si comprenda la natura vera della situazione in atto, e si realizzi una generale ripresa di condivisione, dignità e progresso del nostro paese in base a forme e limiti previsti nella Costituzione. E siccome tutela del lavoro, rispetto e promozione dei diritti inalienabili, rispetto delle istituzioni, dal Quirinale alla magistratura, sono beni preziosi che devono essere condivisi e salvaguardati, bisogna andare a votare, senza esitazioni; riservando il proprio voto alle liste e ai candidati che ai principi e alle regole della Costituzione ispirano i loro comportamenti e i loro programmi."
"Finora questi appelli li abbiamo sempre indirizzati all'interno dell'associazione, ma adesso è giusto uscire fuori, rivolgersi a chiunque condivida i nostri valori.
Alle elezioni bisogna andare a votare, perché si risveglino le coscienze e si abbandoni l'indifferenza verso la politica; ma soprattutto, che quel voto sia efficace e coerente con gli ideali e i principi che ispirano l'impegno politico della nostra associazione, al fine di contribuire al successo delle forze di opposizione all'attuale governo, un esecutivo indifferente ai problemi reali della crisi, ma anche demagogo e populista, che sta operando un pericoloso mutamento del nostro sistema democratico parlamentare verso un sistema autoritario e personale; un vero e proprio mutamento di regime che può avere, e in parte ha già avuto, gravissime conseguenze per l'intera comunità nazionale, tali da rievocare un pericoloso e persino drammatico passato.
Il fantasma del fascismo è reale; per questo l'appello si rivolge a tutti i nostri concittadini, indipendentemente dalle loro idee e dalla loro collocazione politica perché si comprenda la natura vera della situazione in atto, e si realizzi una generale ripresa di condivisione, dignità e progresso del nostro paese in base a forme e limiti previsti nella Costituzione. E siccome tutela del lavoro, rispetto e promozione dei diritti inalienabili, rispetto delle istituzioni, dal Quirinale alla magistratura, sono beni preziosi che devono essere condivisi e salvaguardati, bisogna andare a votare, senza esitazioni; riservando il proprio voto alle liste e ai candidati che ai principi e alle regole della Costituzione ispirano i loro comportamenti e i loro programmi."
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