lunedì 27 giugno 2016

" ...e quarantadue! "

" Siamo rimasti solo voce. ...
 Non abbiamo più peso, né corpo, né vita,
 siamo soltanto voce. ...
 Siamo rimasti Voce, senza più corpo,
 sul bordo della nostra gioventù,
 sull'orlo di come sarebbe dovuta andare. ...
 Puniti dalla troppa passione,
 ci si è portati al punto di rimanere fermi davanti ai bivi.

 Allora ci è voluto il ritiro, l'impresa e l'epopea.
La voce è diventata la nostra divinità, il nostro nume. ...

 E' il flusso. La frana. Lo smottamento!
 Niente può stare fermo, niente rimane uguale,
 e tutto quello che resta fermo marcisce e si decompone da solo. ...

 Bene, amico mio... ma adesso lasciati dire una cosa...
 è lo sparagnismo che ti sta mangiando...
 tu le persone le tocchi soltanto, non afferri.
 Hai bisogno di uscire, vatti a fare una toccatina in giro...
 e poi tornatene indietro, sazio o no... non importa...

 Ah... io nel mio sto volentieri,
 la solitudine la so ammazzare da solo,
 ma per reggere la compagnia ho bisogno di distrarmi.
 Quando esco, allora lo voglio tutto il mondo,
 voglio parlarci, andarci in fondo,
 se no non mi ci affaccio nemmeno...
 e se non c'è di che parlare allora mi tocca ubriacarmi,
 e quando anche con quello non si arriva a niente,
 allora comincio a ringhiare... la rabbia mi piace,
 ti fa sentire stupido, ignorante e giovane. "

( Non si muore tutte le mattine, Vinicio Capossela - 2004 )

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