" Mi ricordo, da bambino, che mio padre
era spesso arrabbiato con me...
e non sapevo perché!
Ritornavo dalla scuola verso l'una e quaranta...
e la fame era tanta, con mia madre che diceva:
< Che c'è? Lorenzo dimmi che c'è?
...come è andata, come mai non mi dici mai niente?
...ma che razza di gente questi figli che ho...
certe volte non so cosa ho fatto
per vedervi dire sempre di no,
non lo so.., non lo so... ma ti droghi?
...fai veder le braccia, ma che razza di faccia...
non mi piace per niente
quella razza di gente con la quale ti vedi...
ma che cosa ti credi che,
tuo padre ed io, non ti vogliamo bene? >
Sempre le stesse scene, ogni giorno,
ogni sera quella stessa atmosfera.
Mentre mio padre mi vedeva crescere,
lui mi sembrava non potesse invecchiare.
Mentre crescevo tre centimetri l'anno,
lui era sempre uguale...
Mi ricordo, a dodici anni,
un pomeriggio di sole,
mi portò a un funerale...
ma era uno speciale
che non c'era neanche un morto parente,
neanche un conoscente...
solo un sacco di gente seria,
molto composta...
una specie di festa al contrario...
e mio padre Mario mi diceva:
< Quando avrai un po' più anni
potrai dire io c'ero...
ai funerali degli agenti
della scorta di Moro... >
Questa sera,
quasi ventisette anni,
sto leggendo il giornale
e di quel funerale
mi risale l'immagine in mente
e ho chiarissimo in testa
quel concetto di festa al contrario
e di mio padre Mario che,
per come era sempre severo,
mi appariva sincero nel dolore
del restare impotente,
insieme a molta altra gente
che sostava di fronte
al potere di pochi sulla vita di molti
e a quei volti sconvolti
delle madri, delle mogli, dei parenti
e dei figli degli agenti della scorta di Moro...
e mio padre Mario...
era così serio!
E mi teneva sulla testa una mano,
quel pomeriggio è lontano...
quasi venti anni fa
...i negozi che chiudevano
in tutta la città,
ogni cosa era strana
nella mia fantasia,
non capivo perché, in giro,
c'era tutta quella polizia...
le sirene spiegate,
le serrande abbassate,
Sono più grande
ma le cose non sono cambiate.
La mia mano è più grande
e mio padre più anziano
la mia mamma si preoccupa
perché sono lontano.
Questa storia che ho detto
con la rima baciata
non so forse neanche io
perché ve l'ho raccontata
forse il centro di tutto
è quella mano che mio padre
mi appoggiò sulla testa
questo è quanto mi resta
un ricordo profondo
grande come il mondo
questo gesto che mio padre
ebbe il cuore di fare
questo gesto d'amore
mille volte più potente di un pugno
in questa notte di giugno in cui scrivo
mi fa essere vivo
pronto ad essere padre a mia volta
come ogni destino
si unisce si confonde e si intreccia
in comune con le altre persone
gli dirò che ogni schiaffo
e ogni pugno che è dato
ogni piccolo diritto
che nel mondo è violato
è una ferita
per tutti gli esseri della terra
e finché non c'è giustizia
ci sarà sempre guerra! "
Nessun commento:
Posta un commento
...commenti?